Esonero Imu , resta comunque l'obbligo di dichiarazione

Anche per i fabbricati esonerati dall’Imu continua a sussistere l’obbligo di dichiarazione, pena la decadenza dell’esenzione. Lo ha spiegato il dipartimento delle Finanze a Telefisco 2023 chiarendo un aspetto a partire dalla giurisprudenza attuale. Tra gli immobili coinvolti i fabbricati cosiddetti "merce", gli alloggi dei militari, le unità immobiliari appartenenti alle cooperative edilizie, gli alloggi sociali, gli immobili destinati alla ricerca scientifica.

Le categorie esonerate sono state introdotte dal Dl 102/2013, ma più volte, relativamente ad alcune di esse, la Cassazione si era pronunciata spiegando che l’obbligo di dichiarazione comunque sussisteva, pena l’annullamento del diritto a non versare l’imposta.

Con la legge sulla nuova Imu (160/2019) tale obbligo si deduceva potesse anche decadere, senza far perdere il beneficio. In questo caso però la mancata presentazione veniva sanzionata applicando il minimo importo previsto per legge (50 euro).

Con le decisioni 5190 e 5191 del 2022 la Cassazione ha però evidenziato che la legge 160/2019 (nuova Imu) non ha abrogato il Dl 102/2013, mantenendo l’obbligo di dichiarazione per tutte le categorie.

Il 2023 si apre all’insegna di un aumento dei canoni di locazione in Italia, pari all’ 1,9% a gennaio, secondo l’ultimo report dei prezzi pubblicato da idealista, portale immobiliare leader per sviluppo tecnologico in Italia. Resta positiva la variazione su base annuale, che segna un incremento medio del 5,8%.

Regioni

Prevalenza di regioni con andamento positivo, 14 questo mese contro 5 in terreno negativo. Solo il Lazio presenta gli stessi prezzi di un mese fa. A crescere di più sono: Toscana (5,7%), Emilia-Romagna (5,5%) e Umbria (3,2%); aumenti superiori alla media nazionale dell’1,9% in altre 5 aree che vanno dal 3,1% del Veneto al 2,2% dell’Abruzzo. Prezzi in linea con la variazione media nazionale in Liguria, le restanti 5 regioni sono comprese tra l’1,7% della Sardegna e lo 0,4% del Piemonte. Sul fronte dei ribassi, i maggiori spettano a Molise (-1,8%), Calabria (-1,5%).

Per quanto riguarda i prezzi, la Lombardia si conferma anche a gennaio 2023 la regione più cara dello stivale con i suoi 15,5 euro/m2 seguita, a stretto giro, dal Trentino-Alto Adige (15,2 euro/m2) e dalla Valle d’Aosta (15,1 euro/m2). Prezzi di richiesta superiori alla media italiana di 11,6 euro mensili anche in Emilia-Romagna, Toscana (entrambe sui 14,7 euro/m2) e Lazio (12 euro/m2). Nelle altre regioni prezzi dagli 11,1 euro della Liguria a degradare sino ai 6,4 euro mensili del Molise, la regione più economica per gli affittuari italiani.

Province

Aumenti di prezzo nel 63% delle province italiane trainati dalla Toscana con Massa Carrara (11,1%), Arezzo (10,2%) e Lucca (8,2%), in testa alle aree che fanno registrare gli incrementi più consistenti del mese di gennaio. Valori al rialzo anche per i principali mercati provinciali italiani con Venezia (7,1%), Bologna (5,5%), Firenze (2,6%), Milano (2,4%), Genova e Palermo (entrambe su dello 0,9%), Torino (0,8%) e Roma (0,7%). I maggiori cali, invece, si concentrano a Rieti (-15,8%), Vibo Valentia (-9,9%) e Verbano-Cusio-Ossola (-9%).

Sul fronte dei prezzi, Rimini (26,2 euro/m2) è la provincia italiana più cara per gli affittuari. La seguono Belluno (24,2 euro/m2) e Lucca (22,5 euro/m2). Richieste superiori alla media italiana di 11,6 euro mensili in altre 15 province italiane tra cui Milano (19,7 euro/m2), Bologna e Firenze (14,8 euro/m2), Venezia (14,6 euro/m2) e Roma (12,8 euro/m2). Le restanti 87 aree provinciali presentano valori inferiori alla media nazionale compresi tra gli 11, 3 euro mensili di Como e 4,5 di Enna, la provincia con i canoni di locazione più accessibili in Itali

Capoluoghi

Tendenza positiva sul fronte dei capoluoghi con 60 aree in aumento nel mese di gennaio, contro 22 che registrano dei cali a gennaio, mentre sono 5 le città le cui richieste dei proprietari sono rimaste invariate nell’ultimo mese: Forlì, Pisa, Cagliari, Sassari e Trieste.

Gli aumenti più consistenti del periodo toccano Caltanissetta (11,2%), Cesena (9,5%) e Ravenna (8,2%). Altri 24 centri presentano variazioni sopra la media del periodo, in una forbice che va dal 7,4% di Modena al 2% di Milano e Venezia. Performance positive per gli altri grandi mercati da Bologna (5,3%) a Firenze (3,9%), Torino (1,9%), Napoli (1,3%), Palermo (1,2%) e Roma (0,6%). In calo Genova (-0,7%) e Catania (-1,5%). I maggiori ribassi riguardano Verbania (-19,4%), Viterbo (-5,1%) e Varese (-4,6%).

Milano (21,4 euro/m2) si aggiudica il titolo di città con gli affitti più salati della Penisola, ai massimi da quando l’indicatore di idealista è stato creato (2012). La seguono Venezia (18 euro/m2), Firenze (17,3 euro/m2), Bologna (16,6 euro/m2) e Roma (14,1 euro/m2). Sul versante opposto della classifica, il capoluogo più economico risulta essere Vibo Valentia (4,4 euro/m2), davanti a Caltanissetta (4,8 euro/m2) e Reggio Calabria (5 euro/m2).

L'indice dei prezzi degli immobili idealista Per la realizzazione dell'indice dei prezzi degli immobili di idealista vengono analizzati i prezzi di offerta basati sui metri quadri costruiti (a corpo) pubblicati dagli inserzionisti della piattaforma. Le inserzioni atipiche e le inserzioni con prezzi fuori mercato vengono eliminate dalle statistiche. Includiamo la tipologia di case unifamiliari (ville) e scartiamo immobili di qualsiasi tipologia che non hanno ottenuto interazioni da parte degli utenti per molto tempo. I dati finali vengono generati utilizzando la mediana di tutte le inserzioni valide in ciascun mercato.

 

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Bonus ristrutturazioni 2023

Si tratta probabilmente di una delle misure più conosciute, il cui nome è sufficiente per capirne portata e ambito di applicazione. È però bene scendere un po’ più nel dettaglio per avere un’idea più precisa dell’entità della misura.

Bonus ristrutturazione 2023: elenco lavori, spese ammesse in detrazione e novità

Vediamo ora quali sono le regole generali per avere diritto all’agevolazione edilizia e quali sono i lavori che danno accesso al bonus ristrutturazioni.

La detrazione del 50 per cento spetta per i lavori che rientrano nel seguente elenco:

  • lavori di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia effettuati su parti comuni di edifici residenziali, cioè su condomini (interventi indicati alle lettere a), b), c) e d) dell’articolo 3 del Dpr 380/2001);
  • interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia effettuati su singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali e pertinenze (interventi elencati alle lettere b), c) e d) dell’articolo 3 del Dpr 380/2001).

Non tutti sanno, inoltre, che il bonus ristrutturazione spetta anche per i lavori in economia, ovvero gli interventi eseguiti in proprio.

In tal caso, come chiarito dalla circolare numero 28 del 25 luglio 2022, danno diritto alla detrazione del 50 per cento le spese per l’acquisto dei materiali.

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